Consorzio Coralis e la nuova normalità

 

theretailchain by Retailtrend.it (18 settembre 2020) – Per CORALISil consorzio della Piccola distribuzione organizzata, una convention all’insegna della valorizzazione dei propri asset, uno su tutti la prossimità, e dei progetti di un cambiamento necessario.

In occasione della annuale convention – la 14esima – i soci del Consorzio Coralis si sono dati appuntamento ai primi di settembre in un’oasi di pace ai piedi del Parco naturale di San Bartolo: la baia di Vallugola, al riparo dalla frenesia della costa adriatica e a due passi da Gabicce e Gradara.

Tre giorni di lavoro, confronto, ma anche occasione di incontro fra i soci presenti, con la trasmissione in streaming del momento istituzionale, che ha consentito di partecipare ai soci che non hanno potuto essere fisicamente presenti.

Un appuntamento, questo, denso di significato, sul finire di un anno faticoso, con ‘in prima linea’ la distribuzione food e, in particolare, proprio i negozi di vicinato e prossimità, che il Consorzio Coralis ‘Piccola Distribuzione Organizzata’ ben rappresenta.

In apertura di convegno a fare gli onori di casa c’era Eleonora Graffione, presidente del consorzio: “E’ stato un periodo difficile – ha esordito salutando i presenti – ma insieme ce l’abbiamo fatta! In questi mesi il lavoro della centrale non si è fermato”. Un lavoro intenso per supportare tutti i soci, rafforzando la tecnologia per garantire al meglio tutti i servizi, e di più: valutando nuovi progetti da mettere a disposizione dei soci.

“Abbiamo migliorato -precisa  Graffione – il servizio Immagino di GS1 (il servizio web che permette di semplificare i processi di scambio, di gestione, di aggiornamento e di validazione delle immagini e delle informazioni dei prodotti) e a novembre ci sarà l’evoluzione verso la piattaforma Allineo di GS1 per una più completa fruizione delle informazioni di prodotto messe a disposizione dai fornitori”.

Novità anche sul fronte dell’online, con l’accordo siglato da Coralis con RESTORE (società specializzata nei servizi integrati per il web e l’e-commerce della GDO) per fornire ai soci un set di servizi completi in materia di e-commerce, con un accesso dedicato ad ogni insegna. Allo stesso tempo, la centrale di Coralis è stata impegnata nel dare continuità ai tavoli commerciali per migliorare la conoscenza dei prodotti e le condizioni contrattuali, e migliori procedure supportate da nuove tecnologie, per la sicurezza ed adattabilità di lavoro dei propri collaboratori.

“Ci siamo sostenuti – ha concluso Graffione – e abbiamo saputo leggere le reciproche necessità e provvedervi”. Un discorso, quello della presidente, che ha raccontato di progetti futuri, ma con anche il buon sapore di un ringraziamento collettivo.

La nuova normalità

Ospiti della convention, Cristina Lazzati, direttore di prestigiose testate di settore e Giorgio di Tullio, Identity Innovation Design.

Due interventi densi di spunti che, pur partendo la prima da una premessa concreta e tangibile la seconda filosofica e visionaria, sono convertiti su alcune parole chiave per il futuro della GDO: etica, omnicanalità, sostenibilità, prossimità, sicurezza, trasformazione.

Nel suo intervento, Cristina Lazzati ha posto l’accento sul cambiamento che il periodo pandemico ha imposto ai consumi e di conseguenza alla distribuzione, sottolineando come oggi sia inderogabile offrire un’esperienza omnicanale, e fondamentale imparare a leggere i dati messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Le stesse che consentono alle imprese di diventare ‘agili’ riducendo la complessità dei processi, coinvolgendo e responsabilizzando i propri dipendenti.

“Diventare agili – ha affermato Lazzati – rende più pronti ad affrontare il cambiamento”. Riguardo al ruolo dei piccoli negozi di prossimità, fra i protagonisti dei consumi durante il lockdown, Cristina Lazzati evidenzia come serva accelerare la partecipazione agli ecosistemi, mettendo in comune le competenze, alleandosi per ottimizzare risorse e investimenti. I ‘piccoli’ negozi devono trovare il modo di integrarsi, come un puzzle, e creare un nuovo disegno collaborativo per affrontare le sfide del mercato.

“La cosa veramente sicura è che continueremo a cambiare. Niente sarà come prima ma neanche domani sarà come oggi. E’ questa la nuova abitudine che dobbiamo dare alle nostre aziende: continuare a cambiare”, ha concluso Cristina Lazzati dopo aver regalato alla platea un’attenta analisi del panorama della GDO domestica e internazionale.

L’intelligenza estesa del piccolo sciame

Più filosofico e sociologico l’intervento di Giorgio di Tullio. “La vera possibilità oggi – ha esordito – è legata all’idea di fare impresa e qui, ragazzi, siete vincenti!

Nell’intimità il piccolo sciame può meglio condividere questa forma di intelligenza estesa”. Per di Tullio si sta affermando una nuova etica: fare impresa etica significa lavorare e interessarsi della propria località. Una nuova metrica di valutazione che considera il valore della Comunità territoriale, della località, invece dei localismi, della globalità, invece della globalizzazione.

“Abbiamo capito che tutti vogliamo cose un po’ diverse – ha precisato – mentre nella globalizzazione volevamo tutti le stesse cose. Tutti vogliamo degli oggetti contenitore, come lo smartphone, che però ognuno usa in modo personale”.

Nuove metriche di valutazione, dunque, riferite al valore della Comunità territoriale, della località, della globalità e delle diversità: “Le differenze raccordano – ha continuato il professore – bisogna agire in formazione estesa, ognuno con le proprie differenze, consapevoli che le differenze sono ricchezza”.

Organizzazioni come Coralis, secondo di Tullio, hanno le condizioni ideali per creare un ecosistema di convivenza e di gestione che assomigli di più alla simbiosi, che natura insegna: ognuno assiste l’altro nelle diverse esperienze di lavoro e di cultura, accettando e rispettando l’idea di una profonda diversità e della relativa ricchezza.

In questa visione trova posto anche un nuovo concetto di prossimità: come prossimo, ma anche come sincrono, cioè il fatto di essere in sincronia su una serie di valori, “Sempre meno, o mai  andrò in un posto – precisa di Tullio – dove la mia visione di vita non è in sincronia con il luogo che sto frequentando”. I punti vendita svolgono e svolgeranno un ruolo sociale principale, nuovi spazi pubblici nella città che hanno una funzione anti-degrado. “

A maggior ragione – afferma il professore – bisogna stare attenti a curare tutto: accoglienza, pulizia, relazione. Oggi le persone sono più fragili, sentirsi al sicuro sarà uno dei valori dei prossimi anni”. Di Tullio osserva come oggi nei negozi si formino ogni giorno delle comunità provvisorie, che si raccontano e condividono piccole storie.

“Quello che sta succedendo in termini di trasformazione -conclude – è che dobbiamo dimenticare quello che abbiamo imparato, quello che funzionava ieri,  oggi può non funzionare più. Bisogna strutturarsi per essere disponibili a imparare cose nuove.

La trasformazione offre la possibilità di diventare un servizio, soprattutto in un’area legata all’educazione, che ha molte variabili: educazione come comportamento personale, organizzativo, quindi etico. Dare spazio ed educazione ai propri collaboratori è etico nei loro confronti ma anche nei confronti della comunità sociale; educazione come progetto sociale, educazione come ‘educere’, tirare fuori, amplificare i valori delle persone; educazione come apprendimento continuo, come servizio erogato.

È ora che si faccia educazione nei negozi, aiutando ad esempio i propri clienti a capire, offrendo non più solo flaconi di detersivo, ma flaconi di conoscenza ”.