Nonostante il clima di recessione, la bozza di DDL sui negozi fa discutere

theretailchain by Retailtrend.it (1 febbraio 2019) – In un’Italia che fa fatica ad andare avanti e dove le prospettive di rilancio e sviluppo industriale e commerciale sono ancora un metà incerta e nebulosa, peraltro tratteggiata da una inevitabile recessione tecnica – torna a far discutere e accendere la polemica – quella bozza di disegno di legge, il cui testo base arriva in commissione Attività produttive alla Camera, che di fatto porterà a cambiare uno scenario già peraltro difficile, delle aperture domenicali degli esercizi commerciali.

Il testo depositato da Andrea Dara (Lega), arriva in commissione, dopo un punto di mediazione tra le posizioni del Movimento 5 Stelle e quelle della Lega. Le linee guida espresse dalla maggioranza governativa, puntano a 26 aperture domenicali su 53 e sulla chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività nazionali. In tutto questo nuovo contesto sono previste delle deroghe: 4 giorni di apertura da stabilire su scelta delle Regioni, mentre i negozi di vicinato e i centri storici potranno rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno, con eccezione delle festività e inoltre nelle zone a vocazione turistica, le 26 aperture domenicali, dovranno essere concentrate in alta stagione. Per chi viola le nuove norme, sanzioni amministrative da 10 a 60 mila euro, che potranno salire a 20 e 120 mila euro, in caso di recidiva.

Potranno restare sempre aperti le rivendite di generi di monopolio, gli esercizi commerciali all’interno delle stazioni commerciali, le rivendite di giornali, le rosticcerie, le pasticcerie, gelaterie, le stazioni di servizio autostradali, le sale cinematografiche, gli autosaloni e gli esercizi commerciali presenti nei parchi divertimento, negli stadi e centri sportivi oltre a negozi di fiori, oggetti d’antiquariato, articoli da ricordo e artigianato locale, dischi, mobili, libri, opere d’arte.

“Un inconcepibile ritorno al medioevo – ha commentato il nuovo testo del disegno di legge, Giorgio Santambrogio, AD del gruppo VéGé – in un momento in cui l’Italia è in recessione e bisognerebbe trovare delle soluzioni che aiutino la ripresa economica, lo scenario che si prospetta con questa bozza di legge risulta discriminante per alcune categorie, perchè non garantisce la pluralità commerciale, creando una conseguente disparità nei confronti delle grandi superfici, che vengono maggiormente penalizzate. Se da una parte infatti questo testo potrebbe tutelare i piccoli negozianti, dall’altra parte, affossa completamente il comparto della grande distribuzione che nel weekend genera il grosso del fatturato della settimana. La chiusura domenicale comporterebbe un calo dei consumi di oltre 4 miliardi di euro, con un conseguente taglio dei dipendenti. I posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero intorno ai 30 mila; gli esuberi non riguardano soltanto i lavoratori nel commercio al dettaglio, ma anche tutto l’indotto tra ingrosso e ristorazione; basti pensare al minor afflusso di clienti nelle aree dello shopping all’interno dei centri commerciali. Questo comporterà anche un cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori favorendo naturalmente l’ecommerce, che già registra un incremento del 13% rispetto al dettaglio “fisico”, in calo dello 0,1%.

E’ corretta la chiusura durante le festività regolamentata attraverso un piano nazionale – conclude – ma è quanto mai anacronistico pensare di chiudere i punti di vendita nelle domeniche in quanto si scontenta sia domanda che offerta”.

Anche Federdistribuzione, si auspica che la voce del commercio sia nuovamente ascoltata, prima di prendere decisioni che potrebbero essere di danno irreversibile per la fiducia e l’economia del nostro Paese.

“Perchè riproporre questo tema – si legge nella nota – nel momento in cui il Paese avrebbe invece bisogno di misure espansive? Siamo da sempre contrari a interventi che creino ostacoli all’attività d’impresa e alle libertà dei consumatori, e questo vale soprattutto in una fase economica nella quale questi fattori possono rappresentare un pilastro su cui costruire la ripresa dell’Italia”.

Il testo, per quanto noto – continua Federdistribuzione – produrrà un effetto molto negativo sul sistema Paese, con un cambiamento delle dinamiche del mercato, dando un ulteriore impulso all’eCommerce e penalizzando il commercio fisico, che è un settore ad alta intensità occupazionale.

Preoccupazione – sottolineata anche da ANCD, l’associazione che raggruppa le cooperative dettaglianti di CONAD – che evidenzia come la proposta di legge presenta anche alcuni aspetti di incostituzionalità e che se il testo venisse approvato, determinerebbe un forte arretramento dello sviluppo e della ripresa del Paese.

Anche il mondo Coop, tramite il presidente della cooperativa piemontese Nova Coop, si esprime in modo critico, nei confronti della proposta di legge che regolamenta le chiusure festive delle attività commerciali.

La proposta di legge che regolamenta le chiusure domenicali e festive – sottolinea Ernesto Dalle Rive – è dannosa sia per i consumatori che per le imprese e corre il rischio di avere importanti e negative ripercussioni sotto il profilo occupazionale. In una fase nella quale l’economia del Paese evidenzia tutta la sua fragilità e si manifestano tendenze recessive, colpire le imprese della grande distribuzione inserendo limitazioni o tratti distorsivi nella libera concorrenza, non può portare ad acuire le difficoltà del sistema Paese.La normativa riporta nelle mani degli enti locali l’attuazione della stessa ed è facile immaginare che comportamenti applicativi difformi del testo alterino la concorrenza e favoriscano il ritorno a una deregulation che non tutela i lavoratori e i consumatori ma, al contrario, aumenta gli elementi di precarietà e la liberalizzazione degli orari ha consentito in questi anni alle imprese della Gdo di resistere, in un contesto di forte contrazione dei consumi e di crescita delle quote di mercato online, favorendo le occasioni di risparmio per i consumatori e di sviluppo complessivo dell’occupazione. Auspico che tutta la Gdo faccia fronte comune per interloquire con il Governo al fine di addivenire ad una normativa che sia capace di dare risposte alle giuste esigenze di salvaguardia dei tempi di vita e di lavoro, e su questi temi la Gdo cooperativa può evidenziare i propri comportamenti distintivi, senza penalizzare le imprese e i consumatori

Secondo quanto comunicato da Nova Coop il lavoro festivo vale oltre 130 milioni di fatturato per la stessa cooperativa. Tutti i lavoratori hanno le ore ordinarie domenicali e festive maggiorate del 35% e le ore di prestazione lavorativa in straordinario hanno una maggiorazione del 55%; tali percentuali sono ulteriormente maggiorate nel periodo natalizio.