Il processo di trasformazione di DIA in Spagna, passa anche dalla risorse umane

theretailchain-journal by Retailtrend.it (15 ottobre 2020) – Nel suo processo di trasformazione, la catena distributiva spagnola DIA, prevede di fare una serie di cambiamenti, a partire dalla sua offerta commerciale, ma anche una profonda riforma di almeno un terzo di suoi punti di vendita nei prossimi tre anni.

Una trasformazione, che avrà ripercussioni anche sul piano occupazionale.

“Nell’ambito di questo processo – spiega la società – abbiamo aperto un tavolo di dialogo con i rappresentati sindacali dei lavoratori, con l’obiettivo di porre le basi per un programma di congedo volontario incentivante e proporre alcune modifiche dei benefici legati a un nuovo modello organizzativo”

In particolare, DIA prevede di ridurre la sua forza lavoro di circa 400 unità, nonostante le assicurazioni che questo processo di dimissioni volontarie non interesserà gli addetti alla vendita e alla logistica, ma interesserà in particolar modo il personale degli uffici (sede centrale e periferiche). Il gruppo, che persegue l’obiettivo di una struttura più orizzontale, contava a fine 2019, circa 39.379 dipendenti, in pratica 4.310 in meno dell’anno precedente.

Alla base di questa riduzione di personale, il piano di ristrutturazione che la catena distributiva sta portando avanti all’interno della sua rete di vendita. Nel 2019 ha aperto 49 nuovi negozi, ma ne ha chiusi circa 861 e a fine anno la rete si attestava su 6.626 punti di vendita. In questo processo ha convertito 385 negozi in franchising in propri.

Nel 2020 si sono registrate solo 3 nuove aperture e 229 chiusure. Il dato del mese di giugno, ufficializzava una rete di 6.400 punti di vendita.

Poche settimane fa, il gruppo DIA, ha annunciato un nuovo modello di rapporto per il franchising, adottando misure per cercare di rendere i punti di vendita in affiliazione più redditizi e un piano triennale per aprire 500 nuovi negozi, di cui almeno 100 entro la fine del 2020.